Dopo due anni di pandemia, ecco la guerra in Europa, incredibilmente vicina a noi, che ha portato emozioni di paura, terrore, ansia, ancor più di altri conflitti nel mondo. Dopo poco, tra le conseguenze dell’invasione russa in Ucraina, arriva la crisi energetica, con l’incredibile aumento dei prezzi dell’energia. Cittadini, aziende e istituzioni, si trovano a dover sostenere costi sempre crescenti dell’energia elettrica, con gravi conseguenze sul piano economico. L’inflazione, infatti, è arrivata ai suoi massimi storici dopo decenni. Segue dunque l’aumento dei prezzi dei generi alimentari, che grava ancor di più sui portafogli delle famiglie e delle aziende.
È proprio il caso di dirlo: corrono brutti tempi.
Che impatto ha la crisi che stiamo attraversando sulla nostra salute psicologica?
Molti di noi uscivano già provati dalla vicenda del Covid-19, che tra l’altro non è ancora conclusa e sta portando avanti i suoi strascichi dal punto di vista emotivo, soprattutto tra i giovani e i giovanissimi. La pandemia, infatti, ha attivato un senso di vulnerabilità, incertezza, paura dell’imprevedibile, che ha messo tanti in uno stato costante di allarme.
L’aumento dei casi di ansia e depressione sono la prova tangibile che il Covid-19 non ha colpito solo fisicamente, ma purtroppo anche psicologicamente. Oltre a questo, si è assistito ad un aumento e aggravamento dei disturbi ossessivo-compulsivi, del ritiro sociale e dei disturbi alimentari tra i pazienti più giovani. – Abbiamo parlato delle conseguenze psicologiche del Covid qui –
Su questa salute mentale già così fragile e provata, si vanno ora ad aggiungere le preoccupazioni per il futuro, che appare sempre più nero, le difficoltà economiche che tutti noi stiamo toccando con mano e che mettono gli strati sociali più vulnerabili nella reale condizione di non sapere come arrivare a fine mese. Una commissione di cinquanta esperti ha pubblicato sul Lancet, rivista scientifica inglese di ambito medico, una serie di dati non confortanti rispetto alla sofferenza psicologica: nel mondo quasi una persona su otto soffre di un disturbo della sfera mentale, numero che aumenta se vengono prese le persone nella fascia di età tra i 10 e i 19 anni. La situazione si è ulteriormente aggravata durante la pandemia, con un aumento della prevalenza di ansia e depressione del 25%.
Sembra quindi doveroso prendersi un momento per riflettere sugli effetti psicologici che tutto questo ha sulla popolazione e sulle conseguenze a cui potremmo andare incontro.
Sappiamo che le crisi economiche, come quella del 2008, hanno effetti devastanti sulla salute mentale: i dati riportano un aumento delle diagnosi psichiatriche, dei casi di alcolismo, dei disturbi del sonno e infine dei suicidi e tentativi di suicidi (De Vogli et al. 2013, Di Carlo 2015). L’aumento dei disturbi mentali e di conseguenza delle richieste di aiuto, ha un costo notevole per la società e rappresenta un grande motivo di sofferenza per chi ne è affetto in prima persona ma anche per le persone circostanti. L’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), ha recentemente calcolato che il costo globale per i soli disturbi depressivi e ansiosi ammonta a 1 trilione di dollari l’anno. Attualmente, però, nelle diverse nazioni del mondo i soldi che i governi stabiliscono per la salute mentale sono mediamente inferiori al 2%. Anche l’Italia rientra tristemente all’interno di questi valori.
Le scarse risorse economiche messe a disposizione per la salute mentale, ostacolano la costruzione e il mantenimento dei sistemi di cura in grado di fornire delle risposte consone a chi soffre di disturbi mentali e alle loro famiglie.
Corrono Brutti tempi: come affrontare questo periodo buio?
Il quadro che abbiamo fatto non è certo consolante. Tuttavia, vogliamo come sempre lanciare un messaggio di speranza e ricordare che si è sempre in tempo per iniziare a lavorare sulle cose e migliorarle.
Di certo, i passi più importanti andrebbero compiuti dalle istituzioni, che dovrebbero mettere la salute mentale ai primi posti nelle agende degli interventi da attuare. Il bonus psicologico è stato un primo passo in questo senso, ma non è ancora minimamente sufficiente per affrontare la situazione che abbiamo descritto.
Nel nostro singolo, quello che possiamo fare è sicuramente portare avanti un atteggiamento che rompa lo stigma nei confronti della malattia mentale e del chiedere aiuto ad uno psicologo o psichiatra. Fortunatamente, negli ultimi anni, stiamo assistendo ad una graduale e sempre maggiore accettazione della possibilità di far ricorso a queste figure professionali. Sempre più sono i film, le serie tv, i libri per il grande pubblico, che affrontano temi relativi al benessere psicologico e tra i giovani sta venendo meno il tabù dell’ “andare in terapia”. Questo è un dato molto rincuorante, perchè poter parlare apertamente delle eventuali difficoltà che si stanno vivendo, del proprio stato d’animo ansioso o depresso, è già il primo passo per stare meglio. Di fronte a questi eventi terribili che, in diversa misura, stanno colpendo tutti, l’arma più importante che abbiamo è la condivisione e il supporto sociale: far fronte unico, sostenerci a vicenda, scoprirci simili nelle nostre fragilità, è ciò che ci può salvare dalle devastanti conseguenze psicologiche di periodi di crisi come questo.
Quindi, se senti di non farcela da solo, o se ti sei accorto che una persona a te vicina mostra segnali di sofferenza, non esitare: parlane, chiedi aiuto o invita a farlo.
Bibliografia – Corrono brutti tempi
De Vogli R., Vieno A., Lenzi M. (2013) “Mortality due to mental and behavioral disorders associated with Great Recession (2008-10) in Italy: a time trend analysis” European Journal of Public Health; 24(3): 419-421.
Di Carlo G. (2015) “Psicopatologia in tempo di crisi: stress, vulnerabilità e resilienza – Sopsi 2015” State of mind, from www.stateofmind.it
Barone, N. (2022), “Salute mentale, dopo la pandemia guerra e crisi economica. Cosa sta cambiando” www.ilsole24ore.com